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PLEASUREisPOWER

MANIFESTO
(italiano)

« Sexuality is the number one superpower and is much more powerful than the US, NATO or any other human power structure. »
Dieter Duhm

Viviamo in un tempo in cui gli stimoli esterni – tanti, troppi –  si materializzano e scompaiono rapidamente, in cui è difficile trovare dei modelli e punti di riferimento. Siamo abituati a ricevere risposte immediate che, spesso, dimentichiamo subito dopo. Fermarci per porci domande e sollevare questioni è sempre più raro e necessario. Abbiamo bisogno delle domande giuste, più che di risposte rassicuranti.

Se dovessimo chiederci cos’è la libertà per noi, cosa risponderemmo?
Sono libera/o se quello che faccio è permesso da una legge? Sono libera/o se quello che faccio è socialmente normalizzato?
Oppure la libertà è qualcosa di profondamente soggettivo, profondamente legato al contesto, all’emotività, ai sentimenti di ciascuna/o di noi?

Il progetto nasce dalla volontà di ricercare ed esplorare il legame tra libertà sessuale e libertà di pensiero; tra controllo sociale, potere, sapere e repressione della sessualità.
Come, liberando le rigidità del mio corpo, libero le rigidità del mio pensiero? Come, accogliendo e rispettando la fluidità dei miei movimenti interni, rispetto la fluidità dei miei desideri, dei miei limiti, delle mie direzioni, del mio relazionarmi? Come, io e te, possiamo legarci solidamente all’interno di questa marea? Come possiamo rispettare e amare questa marea senza averne più paura?

La nostra società è dominata da un sistema patriarcale che impregna e influenza, sotterraneamente, ogni aspetto della vita di ciascuna/o: i bisogni materiali, la condotta sociale e all’interno delle relazioni più intime … i corpi, le menti. Gli individui – gli “attori sociali” – sono resi psicologicamente, emotivamente ed economicamente dipendenti da questo dominio, finendo col limitare – se non annientare –i propri istinti e desideri più profondi, più veri.

Crediamo che la sessualità sia un aspetto della nostra personalità tutt’altro che accessorio. Crediamo nella sessualità come fondamento della nostra identità, nella sua conoscenza come presupposto per un pieno e libero sviluppo della nostra attività intellettuale, della nostra capacità critica, del nostro stare nel mondo. Crediamo che un’attività intellettuale feconda sia accompagnata dalla vitalità e dal libero e vivo movimento del corpo, superando rigidità e chiusure.

Fin da bambine/i siamo spinti dalla curiosità di conoscere il nostro corpo e quello degli altri. Di sperimentare, attraverso di esso, la nostra allegria nel piacere. Crescendo, tale curiosità viene contaminata dal senso di colpa e dalla paura della nostra istintività, impresse nei nostri corpi dalla mano pesante dell’educazione scolastica, genitoriale, cattolica, che cerca di impiantare nei nostri corpi uno standard di normalità, nascondendoci sotto uno spesso strato di conformismo (binario, monosessuale ed etero-normativo). Ciò vale ancora di più per l’universo femminile, omosessuale, transessuale, intersessuale, incitati dalla società a nascondersi, ad avere vergogna del proprio corpo e delle proprie scelte sessuali.

La sessualità non riguarda appena ciò che accade dentro le pareti chiuse di una camera da letto, non si riferisce soltanto all’atto di fare sesso, ma investe la nostra intera individualità in tutti gli aspetti della vita –a livello psicologico, fisico, sociale, culturale, in ciò che consideriamo “privato” così come nel “pubblico”. Crediamo che la sessualità sia una delle più potenti forze esistenti in natura, ciò che ci muove e che bagna ogni tipo di esperienza, individuale o relazionale che sia. Al tempo stesso, è la dimensione dell’umano maggiormente sottoposta a controllo e inibizioni sociali, a meccanismi di difesa e alla diffidenza dei più.
Da dove viene e che funzione ha la repressione sociale della vita sessuale? E cosa intendiamo, poi, per libertà sessuale?

Sulla sessualità, apparentemente, si sa tutto, ma l’informazione vera manca. Si parla tanto di sesso, ma all’interno di limiti ben definiti, di regole di discrezione e di decenza moralmente accettabili, oppure attraverso quel linguaggio distorto e degradante di cui la pornografia gratuita, accessibile a chiunque, è la principale portavoce. In ogni caso, il sesso sembra rimanere ancora relegato a un contesto chiuso, nascosto. Fa fatica a uscire da quella divisione tra pubblico e privato che continua a generare mostri e solitudine.
Abbiamo bisogno di un nuovo tipo di discorso, che non squalifichi o rifiuti il sesso, né lo inciti e intensifichi a dismisura fino a stravolgerlo e degradarlo. Abbiamo bisogno di riavvicinare il sesso alla nostra realtà quotidiana, di liberarlo dal vicolo cieco del tabù e riconsegnarlo all’essere umano. Abbiamo bisogno di riconciliarci col nostro corpo, ascoltare i nostri desideri, valorizzare la nostra peculiare ricerca del piacere, lasciando di lato ciò che è considerato “normale”, “naturale”, “sano”.

Qual è la reale funzione del sesso nelle vite delle persone? Davvero è meramente finalizzato alla procreazione, alla riproduzione della forza lavoro e del modello della famiglia? Quanto valore diamo all’autonomia e alla libertà dell’identità dei corpi – in una parola, alla nostra agency sessuale? Quanto il campo dei piaceri è ancora ossessivamente legato alla regola della monogamia eterosessuale? Il piacere del corpo è necessariamente legato all’istinto sessuale? Come la liberazione dei corpi può favorire la liberazione delle menti?

I nostri corpi possono raccontarci storie infinite, emozionarci fino alle lacrime. Sono il veicolo e il mezzo su cui è inciso il nostro passato, la nostra memoria.
Ogni corpo è un cosmo infinito, complesso, unico. Ogni corpo è una storia irripetibile, una tela con una combinazione di colori incomparabile.
Crediamo nel sesso come gioco, come atto d’amore, come forma di conoscenza di sé e dell’altro. Crediamo nel sesso e nella sessualità come intima e sincera connessione tra umani.

Se tutte/i, in questo mondo, avessimo il coraggio di amare (in primo luogo noi stesse/i), chi vorrebbe andare in guerra?
Chi, dopo un orgasmo, ha voglia di lavorare per servire lo Stato?

Ci rendiamo coraggiosi portavoci di un nuovo modo, fondato sul corpo, di avviarci verso il futuro. Che possa far tesoro del passato, senza che questo limiti le possibilità di scelta e di rinnovamento della nuova generazione di cui siamo parte.
Corriamo il rischio di essere liberi, di respirare, di bagnarci. Di rivendicare il nostro diritto di umani al sentimento e alla reazione personale.

Vogliamo una rivoluzione dei corpi. Una rivoluzione che sia quotidiana. Una rivoluzione dolce, morbida, responsabile.
Desiderare la libertà, e sapere cosa mi fa sentire libero/a, è già libertà.

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